Les Possibilités – Labirinti mentali. Serena Giorgi – Giulio Perfetti – Centro comunale di arti visive Cecina

Les Possibilités – Labirinti mentali
Serena Giorgi – Giulio Perfetti

Presentazione e testo in catalogo di Federica Lessi
intervento di Paola Foggetti

6 luglio 2018 ore 21:00 / Cecina, Centro comunale di arti visive
Inaugurazione Venerdi 6 luglio ore 21:00
Dal 7 al 15 luglio 2018 orario 19:00/23:00

Il Centro di formazione Arti visive del Comune di Cecina ospita dal 7 luglio – inaugurazione venerdì 6 ore 21 – la mostra di Serena Giorgi e Giulio Perfetti “Les Possibilités – Labirinti mentali”. I due artisti, una cecinese e l’altro di Macerata, hanno iniziato un percorso di confronto e scambio, apprezzando le reciproche poetiche. 

Da questo dialogo nasce “Les possibilités”, in cui affrontano insieme un viaggio intorno al grande mistero dell’esistenza, partendo dal simbolo antico del labirinto. Figura del cammino iniziatico, fatto di passaggi che sfuggono alla comprensione logica, il labirinto è un percorso da affrontare per accedere ad una conoscenza superiore. La ricerca di una meta attraverso vie tortuose e imperscrutabili è quello che entrambi fanno quotidianamente, cimentandosi con tecniche e mezzi espressivi più svariati – collage, pittura, disegno – tutti legati alla pratica artigianale, alla fisicità del rapporto tra autore e opera. La carta parla della fragilità umana, parole e immagini si fondono in pezzi di poesia visiva, le teche e le installazioni includono lo spazio nella dimensione dell’opera. Per entrambi il viaggio procede attraverso la ricerca, l’esplorazione e la meta. 

Perfetti disegna mappe per orientarsi, indica ostacoli e ricchezze da scoprire lungo la via, come la pienezza della passione in un rosso intenso. La meta è il deserto, dimensione senza riferimenti, oltre il tempo e lo spazio. 

Il viaggio interiore di Giorgi è segnato dallo smarrimento, il bisogno di spogliarsi delle certezze per aprirsi alle possibilità. Il deserto è un luogo di visioni e rivelazioni, oltre che stringente faccia a faccia con il sé, dove vagare riserva possibilità inedite. 

Insieme i due artisti hanno realizzato un lungo rotolo di poesie di carta, un diario di viaggio che invita i visitatori compiere il proprio. 

All’inaugurazione intervengono gli artisti, l’assessore alla cultura Giovanni Salvini, il direttore del centro Francesco Bozolo. Presentazione di Federica Lessi, intervento di Paola Foggetti. La mostra resta aperta fino al 15 luglio, tutti i giorni ore 19-23. Ingresso libero. 

Serena Giorgi – Vive e lavora a Milano. Ha sviluppato tutta la sua formazione professionale nell’ambito dello studio e della pratica delle arti figurative. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze e approfondisce la sua formazione sull’acquarello e l’acrilico. Oggi il suo lavoro è una pratica quotidiana intensa e totalizzante. Vecchie carte, disegni, fogli dipinti, pagine di diario, spaghi e fotografie, tutto viene raccolto con metodo artigianale, in un processo rispettoso e creativo. La sua poetica nasce letteralmente da questa capacità di “fare” – poiéin – ossia creare, comporre, generare.

Giulio Perfetti – Si forma presso la Scuola d’Arte di Macerata. Si muove tra le grandi lezioni dell’arte moderna per passare alle suggestioni di quella contemporanea. Sviluppa la sua ricerca artistica con un continuo bisogno di sperimentare la materia e le tecniche più attuali. La sua pittura tende alla scrittura e ogni intervento è un’espressione linguistica che si sviluppa attraverso un cammino parallelo a quello della poesia visiva. Si avvale di una diversità di linguaggi che stimolano lo spettatore ad interagire e conversare con l’opera stessa.

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Testo critico
Les Possibilités – Labirinti mentali

Serena Giorgi e Giulio Perfetti sono ricercatori avventurosi. La pratica artistica è per entrambi attività quotidiana di scoperta: seguono le suggestioni di un materiale, si lanciano dietro a un’idea, restano appesi a una domanda finché non trovano un approdo, punto di partenza per una nuova sfida.

Serena esplora da anni i materiali più svariati, si interroga sulle urgenze della quotidianità, dà alla luce un universo femminile fatto di sensibilità e grovigli intimi. Giulio segue l’intuizione di tecniche e supporti nuovi, disegna mappe e percorsi, ricerca gli archetipi della simbologia cosmica nella filosofia e nella sapienza orientale. Il loro cammino artistico è alimentato dalla tensione verso la conoscenza, popolato di sorprese e continui smarrimenti, stimolo e presupposto per andare avanti. Entrambi sono fedeli all’imperativo dell’arte come metodo di indagine della realtà, per contribuire a spostare l’orizzonte del conosciuto, come ricorda Marina Abramovic: “l’artista deve avere il coraggio di entrare in luoghi sconosciuti e scavalcare confini uscendo dalla propria condizione di sicurezza”. Di fronte alle scelte facili e ai percorsi spianati Giulio e Serena testimoniano la necessità di affrontare ostacoli e vie tortuose per trovare tesori nascosti.

  “Les Possibilités – Labirinti mentali” è il racconto di questo percorso fianco a fianco, un viaggio tra smarrimenti e sorprese che prefigura la grande avventura dell’esistenza. Il disegno di questo  cammino ha le sembianze di un simbolo misterioso: il labirinto. Metafora esistenziale fin dalla mitologia e archetipo della vita, il labirinto è figura del cammino iniziatico, fatto di passaggi che sfuggono alla comprensione logica e che conducono al centro, dove si accede ad un livello di conoscenza superiore. E’ anche un sistema orientato, dove chi entra procede verso una destinazione finale, ma le sue circonvoluzioni non portano direttamente alla meta, la sfiorano e poi deviano in recessi lontani, dove lasciare certezze scontate e fare scoperte inattese.  

Il punto di partenza è l’origine di un percorso sinuoso, che ricalca un disegno imperscutabile finché non lo si attraversa. Così la mostra “Les Possibilités – Labirinti mentali” muove i primi passi nelle rispettive città natali dei due artisti, Cecina e Macerata, verso un orizzonte che si abbraccerà con lo sguardo solo al termine del viaggio.

   Nel percorso espositivo si delinea un cammino metaforico in labirinti fisici e mentali: mappe del mondo esterno – planimetrie e porzioni di città – e tracciati del microcosmo umano – il palmo della mano – ma anche dedali mentali e sentieri interiori, che conducono in grovigli di pensieri e passioni, dove il dialogo si infrange in fraintendimenti o discontinuità.

Il paesaggio linguistico è omogeneo, caratterizzato da una pluralità di mezzi espressivi, con tecniche e materiali prediletti: carta e collage, pittura, disegno, tutti legati alla pratica del fare, alla fisicità del rapporto tra artista e manufatto-opera. Le carte, con la loro fragilità semantica, esprimono il terreno dell’intimità, i collage e gli arazzi rivelano la ricchezza delle possibilità racchiuse nel percorso. Il rapporto tra immagine e parola viene declinato in pagine di poesia visiva, versi fatti di geometrie e colori, e in collage, disegni e libri d’artista. Infine ci sono lo spazio e la tridimensionalità, dalla dimensione intima delle teche – dove sono custoditi e offerti alla visione i tesori frutto del viaggio iniziatico – allo spazio “sociale” delle installazioni, che conducono i visitatori all’esperienza. 

Il cammino è un dialogo con tappe e passaggi a voci alterne, scandito da temi ricorrenti: la ricerca, l’esplorazione e la meta.

 Giulio si concentra sulla mappa come strumento astratto dalla complessità del mondo per orientarsi: compone paesaggi geometrici di reminescenza costruttivista, raffinati collage dove sono allineati corpi astratti e parole come versi di poemi visivi (opere su carta). A volte l’artista si chiede dove si trova, cercando un significato recondito al senso dell’esistenza nelle linee della propria mano, come tracce di un destino da scoprire. In altri casi pone l’accento sulla necessità di ostacoli nello scorrere incessante della vita, quasi fossero appigli o dissuasori nel tracciato definito dell’essere (Panta Rei). In questo viaggio fisico o mentale i rischi di perdersi sono tanti: l’affanno del percorso può disorientare, oppure la concentrazione può lasciare fuori tutto il resto, creando ostacoli al dialogo e alle relazioni con gli altri (colorful words). Ma il viaggio riserva anche tante ricchezze, le possibilità del labirinto sono adombrate nella polisemia poetica dei collage, nell’evocazione di un percorso, visivo o sonoro, fisico o mentale. La potenza del rosso esprime questo slancio, la passione di un’avventura piena e intensa (Rosso). Infine il deserto, con il suo paesaggio senza riferimenti, è la terra promessa, dimensione sconfinata di continua scoperta. L’essere rinnovato che è uscito “a riveder le stelle” è la base e l’essenza dell’universo, unità cosciente primaria e indivisibile (Monade).

Per Serena il labirinto è metafora di un viaggio interiore da imboccare senza esitazioni, per perdersi e rinascere (Il continente interiore). Questo percorso nell’ultima fase delle sua produzione ha assunto una visione matura, con tappe e passaggi cesellati da un lungo lavoro. C’è lo smarrimento, punto iniziale e leit motiv del percorso, con il filo di lana che indica la necessità di un percorso fisico, un viaggio da compiere per ritrovare un senso perduto o ignoto di sé (Arte di smarrirmi). C’è il deserto, spazio vuoto (di riferimenti e certezze) ma luogo di visioni e rivelazioni, oltre che stringente faccia a faccia con il sè (Sono tante cose – il deserto). Qui si abbandona il terreno sicuro per andare oltre, inoltrarsi in un dedalo dai meandri sconosciuti, dove gli ostacoli diventano fonti di scoperta (Notevoli difficoltà nel seguire la meta). Ma l’immensità – spazio senza misura – è la dimensione evocativa dell’immaginario, dove vagare (Il magnifico errare – dune arancio) riserva possibilità inedite (Les possibilités). Questa scoperta getta semi per altri viaggi, in un ciclo vitale che si perpetua.

 Insieme i due artisti hanno lavorato su un lungo rotolo di poesie di carta, un diario di appunti di viaggio o una mappa per tracciare il percorso: è il tappeto su cui incamminarsi, un invito a partire verso il proprio orizzonte. 

Federica Lessi

 

INFO
Cecina, Centro comunale di arti visive
Inaugurazione Venerdi 6 luglio ore 21:00
Dal 7 al 15 luglio 2018 orario 19:00/23:00