Staurós – Performance di Barbara Lalle Con Barbara Lalle e Daniele Casolino | 21 giugno 2020

Staurós
Performance di Barbara Lalle
Con Barbara Lalle e Daniele Casolino
A cura di Michela Becchis e Roberta Melasecca

21 giugno 2020 dalle ore 18.00
Percorso di 12 km con partenza da Piazza Vittorio Emanuele II fino a Piazza Largo Terzo Millennio – Roma
Segui il percorso qui: https://bit.ly/30vCAtb

 

Il giorno 21 giugno 2020 dalle ore 18.00, Barbara Lalle presenterà una camminata rituale e performativa, Staurós, con la partecipazione di Daniele Casolino, a cura di Michela Becchis e Roberta Melasecca. 

Staurós nasce dall’esigenza di Barbara Lalle di terminare questo periodo, dominato dal tema della malattia, con un’azione di rinascita che possa dare forma ad una nuova visione di se stessa, della realtà e della società in cui opera. 

Ora, dopo tre lunghi mesi, è il momento di riaprire il dialogo e le relazioni e gli artisti, Barbara Lalle e Daniele Casolino, e le curatrici, Michela Becchis e Roberta Melasecca, si ritrovano in una conversazione a quattro. 

Barbara: Il mio desiderio è quello di chiudere questi mesi dominati dalla malattia con un momento di rinascita proprio nel giorno più luminoso dell’anno, il solstizio d’estate, che cade solitamente tra il 20 e il 21 giugno (quest’anno il solstizio avverrà alle 21:43 del 20 giugno). Tale data è, dunque, una linea di demarcazione: il 21 giugno è anche il giorno in cui il Sole entra nel Cancro e tale avvenimento rappresenta la “cura del sé”, a differenza degli scorsi mesi caratterizzati invece dalla malattia. In questa camminata o processione, rituale e performativa, io e Daniele percorriamo 12 chilometri attraversando diverse zone della città: portiamo con noi una croce, una croce greca, che verrà piano piano disintegrata lungo la strada. Staurós, la croce, è il simbolo del dolore che viene parcellizzato e, proprio nell’attraversamento dei luoghi e delle comunità, viene rielaborato e condiviso. Tutto accade, dunque, all’interno della relazione tra individuo e comunità e in questa relazione è la vera realizzazione, il superamento e la cura. Smembriamo il dolore, la croce: ce ne prendiamo tutti un pezzetto.

Michela: Sì, Barbara, staurós è un termine che possiede diverse accezioni e significati (palo, croce) ma sia nella Bibbia, quindi nella tradizione ebraica, sia in sanscrito e in tutto il Cristianesimo dal V all’VIII secolo, staurós è anche l’asse del mondo, l’asse terrestre ed è analogo al τ, ultima lettera dell’alfabeto ebraico. E in riferimento a staurós/tau, quindi all’idea della croce e della sofferenza, è anche un passo di Ezechiele (9, 4) «Il Signore  gli disse passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». La lettura di questo passo dalla tradizione patristica in poi trasforma il Tau in prefigurazione di un sigillo, di un patto di redenzione. Giugno, inoltre, è un mese ricco di simbologie: oltre al riferimento del solstizio, il 21 giugno è anche il giorno della semina e il giorno della luna nuova. Secondo la tradizione contadina, con la luna nuova si pianta ciò che si alza, quello che cresce verso l’alto – la luna “tira in alto” l’energia del seme. Il 23 giugno è la notte di S. Giovanni o notte delle streghe durante la quale si ritiene che cada la “rugiada degli Dei”, forza generatrice ed energica: bagnarsi gli occhi con la rugiada è un gesto di purificazione che rimanda al battesimo. Inoltre la luna di giugno possiede, in alcuni giorni, una intensa colorazione rosa e per tale particolarità viene chiamata “luna fragola”, termine legato alla cultura dei nativi americani che suddividevano l’anno in base alle fasi lunari.

Roberta: Oggi abbiamo fatto un sopralluogo completo: il percorso di Staurós intercetta luoghi, socialità e comunità differenti, stratificazioni culturali e sociali, storie e narrazioni molto diverse: ogni comunità, infatti, dialoga in modo personale e particolare con l’intera città, con il passato e le proprie origini, con il presente che sta costruendo; possiede visioni del futuro intimamente legate al territorio e alle preesistenze urbane e naturali ma ha la profonda esigenza di modificare e plasmare lo spazio in cui vive, opera, passa, sosta. Dall’Esquilino, transitando per il Pigneto e Torpignattara, fino a Casilino 23 e Alessandrino, Barbara e Daniele cammineranno in binari paralleli e opposti, a tratti si ricongiungeranno, mantenendo sempre posizioni estreme all’interno dello spazio percorso: attraverseranno densità ed interstizi, in una continua dicotomia tra interno ed esterno, tra vuoti e pieni, tra buio e luce, sempre verso est, con il sole alle spalle; diverranno, attraverso l’azione artistica, costruttori di un nuovo umanesimo e di un nuovo urbanesimo. 

Daniele: Barbara, in effetti durante questo periodo di chiusura è stata fatta una narrazione incentrata non tanto sulla malattia, quanto sulla salvaguardia e sulla salute: la cura del sé, e dunque la salvezza, è concisa con il ritrarsi dal mondo diviso all’improvviso in due opposti, dentro la salute e la vita, fuori la malattia e la morte. La cura del sé è stata da alcuni percepita come terapia necessaria per la sanità fisica e mentale ed ognuno di noi si è ritrovato parcellizzato in miriadi di granelli, accentuando il principio per il quale più ci si individualizza, più si salva la comunità, quando invece dovrebbe essere proprio il contrario – è la comunità a doversi prendere cura dell’individuo. In tal modo, proprio per salvaguardare la nostra vita, siamo entrati in un non sense: abbiamo preso ufficialmente distanza dalla nostra fragilità, mentre la paura della malattia e della morte ci ha impedito di vivere.

Michela: La pandemia ha messo in evidenza come da tanto tempo si lavora per fare credere che l’individuo basti solo a se stesso, che si può salvare da solo e che non ha bisogno della collettività. Staurós e terapia hanno assi semantici molto diversi dalle accezioni che ne diamo solitamente oggi: è interessante per esempio leggere questa performance camminando insieme alla radice di terapia, se mi si perdona una sorta di fissazione per l’etimologia. Perché la radice del verbo therao possiede un orizzonte semantico grande quanto un mondo. Parte da animale selvatico, belva, fiera e poi cammina, cammina passa per cacciare, poi catturare, ma poi si ingentilisce, diventa dialettico e si trasforma in catturare, conquistare la benevolenza. Una cura, quindi, ma che passa per atti di comprensione, di reciprocità, di scambio, anche di com-passione e insieme seduzione; non solo di somministrazione di farmaci. E l’itinerario di questa performance, benché in forma di un percorso di due solitari, proprio perché di due solitari speculari e in reciproco rispecchiamento, diventa una benevola terapia degli uni con gli altri.

Roberta: E sempre sul significato e sulla simbologia della croce, nel Cristianesimo, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II e le esperienze teologiche e di vita di Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei Focolari), la croce non è il dolore fine a se stesso, non è la morte intesa come fine di tutto, ma è simbolo dell’inizio di una nuova vita. Nella croce e in Gesù crocefisso e abbandonato è tutto il mistero di Dio e dell’amore di Dio per gli uomini: Gesù sulla croce è l’impotente, l’annichilito, l’annientato e in lui possiamo identificarci tutti noi. E proprio nel grido “Dio mio Dio mio perchè mi hai abbandonato” troviamo la risposta: Dio si fa uomo e divinizza l’umanità. Scegliere la croce, abbracciare il dolore significa porsi insieme a Gesù sulla croce, guardare il mondo con i suoi occhi e abbracciare con lo sguardo tutta l’umanità in modo molto concreto, applicando la regola d’oro – fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te – e i nuovi comandamenti – ama il prossimo tuo come te stesso e non c’è amore più grande di quello che dà la vita per i propri amici. Quindi l’azione salvifica avviene attraverso l’amore per l’altro, attraverso la relazione e la comunità. 

Abbiamo trovato insieme, in questo dialogo, le parole chiave che vogliamo diffondere con questo progetto: staurós, croce, asse del mondo; comunità ma anche rinascita e nascita di un nuovo umanesimo e di un nuovo urbanesimo; parcellizzazione e condivisione del dolore; terapia ma anche attraversamento di luoghi e persone, di città, comunità ed immagini differenti, di mondi che solitamente vengono descritti impermeabili l’uno all’altro e che si scoprono improvvisamente permeabili e interagenti. 

Barbara Lalle, terapista per la riabilitazione neurologica post‐traumatica e docente impegnata quotidianamente nell’integrazione delle disabilità gravi, mossa da una “emergenza di dire”, come artista, attraverso le forme della pittura e della performance, esplora le modalità in cui disagio, deprivazione, dolore possano essere compresi, narrati, superati. Finalista Premio Adrenalina 2012; finalista Premio Cascella 2015; Premio Città di Soriano 2015; menzione speciale Bridge Art 2018. Performance: 2015. L’arte dell’errore giudiziario, Il labirinto di Icaro involato, MAXXI; Esodi, MACRO. 2016 Rilevazione-Rivelazione; Contatto; Non è area per voi, RM; Logos in progress, RM. 2017. M-UNO Interno 14, MACRO; Bautta, Millepiani RM; APRIR-SI, Case Romane del Celio RM; 2018. Burning Home, Tevere Art Gallery; Buck up and cry!, MACRO; Realtà Istantanee, MACRO; Punto di Partenza, portici di Piazza Vittorio Emanuele II Roma; Più forte, T.A.G. Roma. 

Daniele Casolino, scrittore, poeta, musicista, artista visuale e performer. Il suo stile si mescola con le sue forme e i suoi media si mescolano col suo stile. Promuove da anni per l’arte e la scrittura una militanza sul campo volta in primis alla “costruzione” di un nuovo pubblico cosciente. Passa così da reading di strada, nei pub, nei centri sociali, ai teatri veri e propri, accompagnandosi sempre e facendosi accompagnare da artisti di diversa estrazione. Fondatore del gruppo letterario “Cardiopatici”, collabora con le fanzine letterarie Pastiche e Bibbia D’Asfalto. Dal 2007 è parte attiva del collettivo poetico ASMA. Tra i principali lavori: Installazioni e performance “Cassandra” per lo spettacolo La Casta Morta; “Narcissus vs Pigmalyon” Accordamenti atto V; “I cinque elementi” Accordamenti atto IV; “Psss” Accordamenti atto III; “Concerti muti” varie location 2012-2014; “Cinema – 映画館 [eiga kan]” Kokechi Rebel Fest; “CORE” con Lisa Rosamilia 2017-2018. 

 

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INFO

Staurós
Performance di Barbara Lalle
Con Barbara Lalle e Daniele Casolino
A cura di Michela Becchis e Roberta Melasecca
Cover art a cura di Alessandro Arrigo

21 giugno 2020 dalle ore 18.00
Percorso di 12 km con partenza da Piazza Vittorio Emanuele II fino a Piazza Largo Terzo Millennio – Roma

Cartella stampa scaricabile su: https://drive.google.com/drive/folders/1K-04IxM2euzLHZC1agkth5CBepg3Ou0N?usp=sharing

Barbara Lalle barbix2002@libero.it

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