Alice Padovani – Limes: frammenti di realtà

Alice Padovani
Limes: frammenti di realtà
A cura di Nadia Stefanel
Inaugurazione 13 giugno 2025 ore 19.00
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288 – Forlì (FC)
Fino al 31 luglio 2025
Il giorno 13 giugno 2025 alle ore 19.00, la Fondazione Dino Zoli inaugura Limes: frammenti di realtà, mostra personale di Alice Padovani, artista modenese in residenza, vincitrice del “Premio Dino Zoli Textile”, in occasione dell’edizione 2023 di Arteam Cup, il concorso artistico nazionale promosso dall’Associazione Culturale Arteam, con consolidato supporto di Dino Zoli Group.
Nel corso delle prime visite all’azienda tessile, nata nel 1972, è emerso immediatamente l’interesse dell’artista per le collezioni tessili per arredamento, prodotte e commercializzate nel corso di più di 50 anni di attività. Dal generoso archivio aziendale, composto di articoli entrati in collezione, campioni e studi, sono state estrapolate 1900 referenze affidate all’artista come un pezzo prezioso di memoria da elaborare.
Uno degli aspetti più affascinanti e ricorrenti nella poetica di Alice Padovani è la sua profonda esplorazione dell’idea di raccolta e conservazione come mezzi per sondare le memorie individuali e collettive. Questo impulso innato verso l’archiviazione va oltre il semplice accumulo di oggetti: è una manifestazione di un collezionismo ossessivo e metodico che trova la sua espressione nella pratica del recupero, della catalogazione e dell’ordinamento. Tali azioni si trasformano in veri e propri atti di memoria, in cui ogni oggetto diventa una testimonianza di un passato vissuto o di una storia da raccontare.
Nel contesto specifico della Dino Zoli Textile, questo concetto trova una dimensione particolarmente interessante. La sfida è stata quella di interfacciarsi con un vasto insieme di referenze, passate e presenti, che l’azienda ha saputo realizzare, e proporre al mercato, nel corso degli anni, sempre con un occhio di riguardo per l’ambiente, un’inclinazione all’innovazione tecnologica e di stile nel tessile contemporaneo. La DZT, oltre a servire il mercato interno, esporta con successo il suo Made in Italy in oltre 60 paesi fra i quali si distingue il Brasile, presidiato dalla partecipata Dino Zoli Brasil che quest’anno festeggia i 30 anni di attività. L’artista, immersa in questo processo, ha cercato di stabilire un sistema ordinato e rigoroso, conferendo all’opera d’arte la funzione di misura del passato, quasi come se fosse un’ideale bilancia tra ciò che è stato e ciò che si conserva.
Tuttavia, nel processo creativo di Alice Padovani, l’immaginazione ha un ruolo predominante rispetto al rigore scientifico. La sua pratica artistica si arricchisce di una serie di abbinamenti inaspettati e, in questo contesto, di accostamenti materici che sovvertono le aspettative tradizionali. La classificazione diventa così un’esperienza poetica ed emozionale, dove la logica dell’archivio si trasforma in un viaggio sensoriale, capace di evocare emozioni e riflessioni profonde. L’opera d’arte non è più solo un contenitore di memorie, diventa invece una porta aperta verso nuove interpretazioni e significati.
«È un approccio che sentiamo nostro in Dino Zoli Textile» racconta Monica Zoli «dove le performance tecniche, come la resistenza all’uso e la praticità nella manutenzione, si integrano costantemente con l’attenzione per gli aspetti sensoriali. Colore, texture e tocco diventano elementi chiave per generare benessere e appagamento in chi sceglie di vivere un rapporto autentico e personale con i nostri tessuti.»
Nel contesto della sua residenza presso l’azienda tessile, Alice Padovani sviluppa un nucleo inedito di opere site-specific, pensato in dialogo diretto con i materiali forniti dall’azienda. L’intervento artistico si articola in tre progetti distinti, a cura di Nadia Stefanel, ma concettualmente intrecciati, che riflettono, ciascuno secondo una propria grammatica visiva, il tema della classificazione e della raccolta.
La prima opera, un’installazione di grandi dimensioni, si presenta come una struttura composta da gabbie metalliche, che contengono una moltitudine di tessuti, e un tappeto sonoro registrato, composto dai nomi dei tessuti stessi: un organismo molteplice che evoca insieme l’idea di contenimento e dispersione. Qui, l’atto del raccogliere si materializza come gesto spaziale, quasi performativo, dove ogni elemento diventa frammento di un catalogo immaginario. L’intento è stato quello di rappresentare, all’interno di un unico ambiente, la complessità e la densità della produzione industriale della Dino Zoli Textile, racchiudendo l’essenza stessa della ricerca insieme alla memoria storica che collega materia e tempo, trasformando questa vasta classificazione di idee e tessuti in un’espressione poetica.
Segue un lavoro a parete, simile a un arazzo scomposto, in cui i tessuti si sovrappongono, si disgregano e si riconfigurano in una tessitura discontinua. Quest’opera, più silenziosa, ma non meno perturbante, richiama le tassonomie visive dei campionari industriali o degli erbari, ma ne sovverte la logica ordinatrice attraverso un linguaggio frammentato.
Infine, un’opera composta da ampolle di vetro, contenenti ritagli di stoffa, agisce come un archivio poetico e criptico. Ogni ampolla diventa un microcosmo: oggetto di studio, reliquia e contenitore del tempo. L’atto della raccolta qui si fa intimo e quasi rituale, trasformando il materiale in segno, in traccia, in memoria sedimentata.
Con questo trittico, Padovani restituisce una riflessione stratificata sul concetto di raccolta, mettendo in tensione il rigore dell’archiviazione con l’instabilità della materia e della memoria. Un’indagine che si muove tra ordine e disordine, tra metodo e perdita, tra oggetto e narrazione. A completamento delle installazioni site-specific, sarà presente una selezione di opere dell’artista che esplorano il tema della classificazione nei suoi molteplici aspetti. Saranno incluse teche entomologiche e opere composte da frammenti, offrendo così un ricco panorama delle diverse declinazioni del tema della catalogazione.
Alice Padovani. Laureata in Filosofia e in Arti visive, dopo aver lavorato per diversi anni nell’ambito del teatro contemporaneo, sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive, fiere d’arte e a ricevere numerosi premi e riconoscimenti a carattere nazionale e internazionale. I suoi lavori fanno parte di alcune importanti collezioni in Italia e all’estero, private e pubbliche. Attraversando differenti tecniche, materiali e linguaggi espressivi e con uno spirito classificatorio simile a quello neo-settecentesco, Padovani unisce alla spontaneità dell’impulso creativo il rigore del metodo scientifico. Passando attraverso installazioni, scultura, disegni e performance, nelle sue opere propone frammenti di una natura decontestualizzata e crea collezioni che sono, al contempo, cumuli e tracce, dove le memorie si fondono.
CARTELLA STAMPA
Alice Padovani, Vials, 2025, installazione a pavimento, ampolle di vetro, ritagli di stoffa
INFO
Alice Padovani
Limes: frammenti di realtà
A cura di Nadia Stefanel
Nell’ambito di Arteam Cup
Con il patrocinio del Comune di Forlì
Con il patrocinio di Confindustria Romagna
Nell’ambito del Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa
Inaugurazione 13 giugno 2025 ore 19.00
Fino al 31 luglio 2025
Orari: da martedì a giovedì 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 / 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288 – Forlì (FC)
T. +39 0543 755770 | info@fondazionedinozoli.com | www.fondazionedinozoli.com
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Ufficio Stampa
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