Oreste Casalini resterai con noi Per sempre

Oreste Casalini resterai con noi “Per sempre”

Con grande dolore ci uniamo alla notizia della scomparsa di Oreste Casalini, ricordando le ultime mostre che ho avuto l’onore di seguire come ufficio stampa: dalla grande antologica Oreste Casalini. Una moltitudine. Opere dal 1998 al 2018 a cura di Paola Pallotta, allestita presso l’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma, alla mostra Erosioni del 2019 a cura di Paola Pallotta presso lo Sporting Beach Arte di Ostia, fino all’ultima intensa mostra presso Kou Gallery – Roma dal titolo Per sempre, un testamento con il quale Oreste, grande protagonista dell’arte contemporanea, ha voluto tramandare di padre in figlio saperi, intenzioni, scoperte e ritornare alle origini del tutto. 

Così scriveva Paola Pallotta nel testo di accompagnamento alla mostra Per sempre: “L’arte, come la vita, è la ricerca di equilibrio tra qualcosa che tende a manifestarsi e qualcosa che tende invece a nascondersi alla vista degli altri e, soprattutto, alla nostra stessa coscienza. Lavorare con lo spirito del ricercatore significa vivere costantemente tra i due opposti che governano il mondo: farsi guidare dalla sensibilità oppure chiudersi all’esperienza e vivere di certezze e spegnere la vitalità. Significa prima di tutto sperimentare sulla propria pelle nuove soluzioni, rischiare senza garanzie che sia possibile, dopo, rielaborare e comunicare ciò che eventualmente è accaduto, accettare il fallimento. Ricerca vuol dire sospendere il pre-giudizio e riconnettersi alla fonte originaria di tutte le forme, mettere in discussione le conoscenze acquisite e prevedere il fallimento e la paralisi, inseguire un’ombra, cercare la forma che non è ancora diventata dicibile e metterla in relazione con il già conosciuto. Per fare ricerca è necessario essere preparati: saper cogliere l’intuizione, che è il contrario dell’improvvisazione, seguire una disciplina ferrea per dominare il momento, superare regole e convenzioni, che comunque non possiamo ignorare. Fare ricerca significa vivere senza porsi limiti prestabiliti, non potendo prevedere i risultati e le connessioni che si metteranno in gioco. Il lavoro dell’artista, come del ricercatore e del monaco, è un operare segreto e in disparte che al resto del mondo appare radicale e scandaloso, avendolo già rifiutato, ma che nel suo esemplare fallimento rappresenta un memento (un monumento, una traccia) di una deviazione verso l’irreale.

Alla moglie Katia e al piccolo Vasili vanno tutto il mio affetto e la mia vicinanza. 

I funerali si svolgeranno martedì 21 luglio ore 16.00 presso la Chiesa degli Artisti, Piazza del Popolo 18 – Roma. 

Oreste Casalini è nato a Napoli nel 1962; frequenta poi l’Accademia di Belle Arti di Roma. Lavora come assistente di Bruno Ceccobelli, con il quale realizza le prime mostre in Italia e all’estero, entra poi nello studio di Fabio Mauri, suo maestro, con il quale stringe un’importante amicizia durata fino alla sua morte. Nel 1990 realizza la sua prima personale a Sarajevo con un’opera in cera su tela di grandi dimensioni, poi distrutta durante la guerra. Nel 1992 si trasferisce a New York dove espone in una personale all’Istituto italiano di cultura Casa Zerilli-Marimò. A Napoli e a Roma partecipa a mostre collettive e realizza installazioni temporanee o permanenti in spazi privati e pubblici. Del 2005 è la personale In Cantiere alla Galleria A.A.M. di Francesco Moschini a Roma. Nel 2007 progetta il restyling per due fermate della metropolitana di Napoli e vince il concorso LUAS Art Competition per la metropolitana di Dublino. Nel 2010 è artista e curatore alla Biennale di Architettura di Venezia nell’ambito del progetto E-picentro, dedicato alla distruzione della città de L’Aquila a causa del terremoto. Dallo stesso anno collabora con il gallerista Franz Paludetto e nel 2011 ha la personale Dal Bianco al Nero presso il Castello di Rivara, con un ciclo di opere in lava vulcanica e gesso. Seguono le personali Pure Power (Dubai), Black Hole (Napoli), Flowers of Romance (Norimberga). Nel 2013 realizza un ciclo di sculture incentrate sulla figura dell’angelo, legame concreto tra materiale e spirituale, ispirato alle sculture di Bernini di Ponte Sant’Angelo a Roma. Con queste opere realizza Balanced-In equilibrio, installazione esposta nella sala centrale del Castello di Rivara. Nel 2014 partecipa alla fiera Ostrale di Dresda con l’installazione Devotion #5; l’anno seguente espone la scultura Re-Birth nel parco del Castello di Rivara, realizza l’installazione Doppio Senso nell’ambito di Equinozio d’Autunno 2015 e l’opera TerraMadre viene acquisita dalla Fondazione Telethon al Centro Olivetti di Pozzuoli (Napoli). Nel 2016 lavora principalmente a disegni e ceramiche ed espone la serie Fragile al Castello di Rivara. Nel 2017 presenta Panopticon alla Kandinskij House a Mosca e tiene la personale Aritmie nello Spazio Menexa a Roma. Del 2018 è la grande antologica Oreste Casalini. Una moltitudine. Opere dal 1998 al 2018, a cura di Paola Pallotta, allestita presso l’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma. Del 2019 è la sua partecipazione agli Atelier presso il MACRO Asilo di Roma; la mostra Erosioni a cura di Paola Pallotta presso lo Sporting Beach Arte di Ostia e l’ultima mostra, Per sempre, tra il 2019 e il 2020 presso Kou Gallery di Roma.

 

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Roberta Melasecca
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